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Coronavirus, Tesei: "Decreto imbavaglia le Regioni, presenteremo nostro calendario di riaperture"

Alessandro Antonini
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Si poteva riaprire prima, in alcuni settori e in alcune regioni, cuore verde su tutti, rispettando le norme. Ma il Governo ha detto no. “Così imbavaglia le Regioni”, è l'accusa che rivolge al premier Giuseppe Conte la governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei. Perché il decreto del presidente del consiglio dei ministri del 26 aprile, come gli altri, può essere ristretto ma non allargato. E non tiene conto delle Regioni a Covid vicino allo zero, come l'Umbria. “Un Dpcm, quello presentato dal Governo, che oltre a contenere misure discutibili, ha alcune evidenti mancanze e soprattutto imbavaglia le Regioni che posso adottare solamente ordinanze restrittive ma non estensive, non si possono, cioè, allargare le maglie, nemmeno tenendo conto della situazione del contagio nel proprio territorio. In tal senso sottoporremo al Governo un nostro cronoprogramma di riaperture” ha spiegato Tesei bocciando il provvedimento che avrà efficacia dal 4 al 18 maggio. “Vi sono settori, così come affermano giustamente le associazioni di categorie, non inseriti tra quelli che potranno tornare in attività il 4 maggio e che invece, con le giuste precauzioni sanitarie, avrebbero potuto riaprire”, insiste Tesei. I dispositivi di protezione, mascherine e guanti, rappresentano un'altra questione irrisolta sul tavolo nazionale. “Abbiamo chiesto al Governo” continua la governatrice “che ci venga comunicato un piano chiaro sull'uso dei dispositivi e sul loro reperimento. Così come abbiamo chiesto certezze in merito a come e dove i genitori, che torneranno a lavorare, potranno lasciare i loro figli, ed in merito a tutta la materia che riguarda i trasporti pubblici. Domande a cui non ci è stato ancora risposto e che lasciano un'enorme voragine. Grazie alla nostra pressione, abbiamo ottenuto un incontro mercoledì (domani) in cui le Regioni chiederanno al Governo un programma di riaperture ben delineato e nero su bianco, non solo attraverso annunci mediatici, e come Umbria sottoporremo anche un nostro cronoprogramma di ripresa”. “Questo”, sottolinea la presidente, “è un altro grande tema: l'impossibilità ad oggi da parte delle Regioni di gestire alcune situazioni tramite ordinanze proprie. Vi è infatti, come detto, solo la possibilità di restringere, ma non di ampliare le attività permesse. Chi lo fa corre il rischio che l'ordinanza sia impugnata e comunque ritenuta inefficace, con le conseguenti sanzioni per chi svolge le attività stesse”. “Oltre a continuare a batterci sul tavolo nazionale” conclude la presidente Tesei, “ci stiamo confrontando con il Prefetto per cercare, nelle more delle norme nazionali, di avviare tutte quelle attività che possono svolgersi in sicurezza”.