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Esonerato Montella, il Milan si affida a Gattuso. L'aeroplanino: "Sbagliato alzare le aspettative"

Montella dopo sedici mesi esonerato

Nicola Uras
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Un addio non polemico, in linea con lo stile mai sopra le righe con cui ha cercato di barcamenarsi in questi mesi burrascosi, e un sincero in bocca al lupo al suo successore. È terminata così l'avventura al Milan di Vincenzo Montella, esonerato in mattinata all'indomani del pareggio casalingo con il Torino. Toccherà a Gennaro Gattuso, promosso dalla Primavera, provare a invertire la rotta al timone di una squadra che attualmente naviga lontano dalla zona Champions (quello che in estate era stato indicato come obiettivo stagionale dalla proprietà), distante undici punti, e soprattutto ancora alla ricerca di se stessa e di una propria identità di gioco. Un Montella dispiaciuto «perché la squadra mi stava seguendo» e «per le tempistiche» dell'esonero, maturato nella notte e comunicato questa mattina al diretto interessato. L'Aeroplanino si è addossato tutte le responsabilità («è sempre colpa dell'allenatore») pur ammettendo che al termine di una faraonica campagna acquisti da oltre 200 milioni di euro «si sono alzate un po' troppo le aspettative, lì abbiamo sbagliato tutti». Il pensiero successivo è rivolto a colui che cercherà di riportare il Milan in alto. «Auguro il meglio ai calciatori che se lo meritano dopo un inizio difficoltoso e un in bocca al lupo di cuore a Rino, un amico e una persona leale», ha aggiunto Montella, che in un tweet precedente ha anche ringraziato la società e i tifosi. «Ringrazio i tifosi per il loro sostegno, Fassone e Mirabelli per l'opportunità e il mio staff che mi ha supportato in ogni momento - ha scritto - Allenare il Milan è stato un onore, lavorare con questo gruppo ancor di più. Auguro a Rino di riportare il Milan dove merita». In serata il direttore sportivo Massimiliano Mirabelli, a margine del Gran Galà del calcio a Milano, non si è sottratto alle domande dei cronisti motivando la decisione presa dalla proprietà. «E' stata una giornata difficile per noi - ha evidenziato il dirigente rossonero - però volevamo dare una scossa dopo un po' di risultati altalenanti». Montella ha pagato le sei sconfitte in campionato su 14 partite ma forse ancor più il lungo digiuno di reti, di oltre due mesi, davanti al pubblico di San Siro. «È normale che il tempo è finito e abbiamo deciso di fare questo cambio», ha evidenziato Mirabelli, fiducioso in una repentina inversione di marcia di Bonucci e compagni. «Puntiamo a recuperare terreno in campionato, siamo riusciti ad arrivare primi nel girone di Europa League, poi abbiamo la Coppa Italia - ha concluso - Abbiamo ancora tutta un'annata da giocarci prima di tirare le somme definitive. Champions? Ci contiamo sempre». A Ringhio, alla prima esperienza in Serie A, il compito di non bruciarsi come accaduto ad altri suoi illustri precedessori (vedi Seedorf e Inzaghi) e di far riprendere quota a un Milan laddove l'Aeroplanino non ci è riuscito.