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Si chiama Federico Turriziani il primo umbro che allenerà in Canada

Federico Turriziani, 36 anni

Nicola Uras
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Nel calcio moderno, globale e tecnologico, in piena era millenial, si può ancora parlare di pionieri? Sì. Provare per credere. E chiedere a Federico Turriziani, 36 anni, nato ad Assisi ma residente a Madonna del Piano, primo umbro ad allenare in Canada. Un'avventura esaltante e stimolante (“è tutto fatto, però manca la firma, a metà settembre sarà  ufficiale”), capace di gratificare Federico dopo anni di promesse, in Italia, non mantenute che gli hanno all'improvviso chiuso strade apparentemente percorribili. Eppure il curriculum è senza carenze perché è in possesso dei patentini di allenatore Uefa B, preparatore fisico Coni, istruttore giovani calciatori e video analista tattico, aggiungiamoci le esperienze a Torgiano dai primi calci sino al ruolo di vice di Ortolani nelle annate delle promozioni sino alla Serie D, con il Subasio, le giovanili del Cesena, il Catania, la Centese. “Mi sono sempre trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato - racconta Federico - e in Italia anche nel calcio le raccomandazioni contano”. Così nasce lo sguardo al Nord America, al Canada. “Tutto nasce da una prima esperienza a Toronto quattro anni fa, nel York Region Shooters. Un club semiprofessionistico dove ho allenato l'U21 vincendo la coppa anche se il proprietario del club nel giorno della finale decise di prendere il mio posto in panchina... Ma quell'esperienza si è rivelata fondamentale, ho allacciato molti contatti e mi è stato chiesto di esportare un po' di calcio europeo in Canada”. Nello stato dei grizzlies ci è tornato lo scorso per aprire un Academy di giovani calciatori proprio alle falde della Cascata del Niagara. Buoni risultati, nuovo conoscenze e poi il colloquio che ti cambia la vita per allenare una nuova squadra professionistica a Toronto. Sì perché nel frattempo il Canada si è candidato, insieme a Usa e Messico, per ospitare i Mondiali del 2026 ma c'è l'obbligo di dotarsi di un campionato professionistico. Che partirà nel 2018 con nove squadre. Tra cui la squadra di Toronto (da non confondere con quella dove gioca Giovinco iscritta alla Mls, la lega statunitense) che ha offerto il posto a Federico. “Ho sostenuto un vero e proprio colloquio in cui ho descritto le mie idee e il mio piano di lavoro, probabilmente mi avevano tenuto d'occhio perché sapevano molte cose su di me, e alla fine mi hanno offerto un contratto per un ruolo di allenatore-manager a tutti gli effetti”. Con annesso budget per allestire una squadra di quindici calciatori. “Ho carta bianca, devo solo tener conto del salary cup. Essendo poi la stessa proprietà della squadra di football americano gli ho proposto di inserire un loro giocatore nella rosa dei miei calciatori e l'idea li ha conquistati. Anche loro come negli States sono molto attenti a tutto quello che può genere spettacolo. Vedono ogni sport come uno show e il risultato diventa secondario”. Basta pensare che il nome della squadra sarà scelto dai tifosi tramite un apposito contest nelle prossime settimane. “Questo progetto vale una carriera - continua - mi piace poter essere l'unico responsabile, con le mie idee da mettere in pratica. E poi qui se vali vai avanti, se non sei bravo no. Altro che Italia...”. Di cui Federico, che non ha legami sentimentali, dice di non sentirne la mancanza. “Possono mancare familiari o amici, ma vanno in secondo piano quando riesci a trasformare in lavoro la tua passione. A Toronto si sta bene, è una città bella e pulita. Un po' cara e con la neve che può cadere anche a maggio. Però mi piace. La lingua? Ho frequentato un'accademia per un anno, devo migliorare ancora ma ci sono...”. Appuntamento ad aprile allora, quando inizierà il campionato: ora è tempo di mercato e chissà che Federico non scelga collaboratori e calciatori in Umbria...  Nicola Uras