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San Valentino, il vescovo Piemontese: "Sceneggiata orchestrata da burattinai"

Eleonora Sarri
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E' stato il vescovo Piemontese a celebrare la messa in duomo in occasione di San Valentino. Presenti, oltre ai fedeli, i sindaci di tutta la diocesi, la governatrice Marini e gli assessori regionali. GUARDA LE FOTO Assenti, invece, le reliquie del santo, rimaste in basilica dopo le proteste. LEGGI San Valentino, clamorosa rivolta: fedeli impediscono al vescovo la traslazione "La crisi che attanaglia i nostri giorni - ha detto il vescovo di Terni - non accenna ad allentare la morsa. I risultati delle ricerche e la nostra stessa esperienza quotidiana ci dicono che “il lavoro… espressione della dignità umana” (Papa Francesco), è ancora un miraggio per troppe persone. C'è chi dice che c'è una crescita dell'occupazione, ma gli addetti ai lavori rilevano che la Provincia ternana è quella che in Italia, ha registrato l'aumento più alto della cassa integrazione nel 2015 rispetto al 2014. (Papporto UIL nazionale sull'andamento dell'ammortizzazione sociale). La Caritas e altre lodevoli istituzioni benefiche confermano che si rivolgono ad esse non solo gli immigrati, sradicati dai loro beni, ma nostri connazionali ridotti allo stremo". Piemontese ha speso poi parole per le Acciaierie: "Non si è avviato nel contempo la riflessione su progetti alternativi, non monocolturali, per questa città". Parole non potevano mancare per la vicenda della traslazione temporanea delle Reliquie di san Valentino in Cattedrale. GUARDA IL VIDEO E LE FOTO DELLA PROTESTA "E' sintomatica di modalità intolleranti, prepotenti e irrispettose di imporsi. La decisione era stata presa dopo ampia consultazione e generale consenso non solo di sacerdoti e diaconi, di diversi gruppi e aggregazioni laicali e degli organismi di partecipazione ecclesiali diocesani, ma anche di Enti e Istituzioni civili. Gli unici, che hanno opposto un muro di dinieghi senza argomentazioni, è stato il Consiglio patorale di San Valentino. La raccolte di firme, carpite con informazioni non veritiere e diffusione di notizie fuorvianti (ne ho le prove), non può essere argomento decisivo. L'epilogo è stata una sceneggiata, orchestrata ad arte da burrattinai rimasti all'ombra, di un gruppo di persone vocianti, resistenti ad ogni dialogo e prodighi di insulti e invettive. Mi dispiace, ma la civile convivenza anche ecclesiale non può essere governata dalla disinformazione e dalla prepotenza, per di più di pochi".