
Festival del giornalismo, con Mentana e Damilano la frontiera dei social

Non ci sono dubbi, Renzi e Grillo hanno rivoluzionato la comunicazione, dribblando sia i giornalisti, sia le agenzie, sia le news su internet. E' il momento dei selfie, dei 140 caratteri sparati su Twitter in tempo reale, persino da dentro il Quirinale con un “arrivo arrivo” che ha fatto il giro del mondo. “Renzi fa un uso spregiudicato dei social web, è quello che ha cavalcato meglio questo nuovo modo di comunicare - precisa Enrico Mentana nel corso dell'incontro superaffollato coordinato da Arianna Ciccone - su ‘La repubblica dei selfie', insieme a Marco Damilano - . Stesso metodo usato da Grillo. Renzi è sceso sul suo stesso campo. Questo dimostra che non è questione di età ma di metodo”. Damilano dal canto suo contrappone la politica, che fa registrare un ritorno al passato con il leader indiscusso che diventa il capo del partito, alla modernità dei nuovi strumenti di comunicazione, come i social, legati all'”io” e all'immediatezza. GUARDA LE FOTO DEL DIBATTITO CON MENTANA E DAMILANO “Se mi arriva un tweet lanciato da Renzi alle 6 del mattino e mi becca mentre mi sto alzando o mi sto facendo la barba non penso che sta arrivando a milioni di persone, penso che sia solo per me”. La Ciccone chiede: c'è un'incapacità dei giornalisti di far fronte a questo nuovo modo di comunicare, trasformato in propaganda e senza mediazione? “Il giornalismo deve cambiare, deve andare a cercare una frangia di pubblico che rischiava di non leggere più i giornali. C'è una forte crisi economica nei giornali ed anche nelle tv. Crisi di pubblico e crisi di vendite. Ma io credo che in parte sia dovuto anche al fatto che questo tipo di informazione viene fatta ormai da giornalisti anziani. Ci vuole una riforma anagrafica. Ci sono colleghi che lavorano da quando c'era Andreotti. Noi giornalisti dell'era “settecentesca” non apprezziamo quello che c'è nella nuova politica. Noi giornalisti abbiamo due scheletri nell'armadio: un recupero non riuscito di una distanza critica nei confronti di Renzi così come nei confronti di Grillo che se dice una parolaccia ottiene il titolo e se invece propone una marcia della povertà non se lo fila nessuno”. “Se prendiamo i tempi di Berlusconi - incalza la Ciccone - e quelli di Renzi si vede che c'è una differenza abissale nella contrapposizione da parte dei giornali, ora di Renzi a volte parla bene anche Libero” . La risposta di Mentana è scontata: “Il patto del Nazareno ha messo la sordina, Renzi trova sempre una sponda, è un grande tattico. Io non sono un antirenziano, non sono anti nessuno, lo debbo come giornalista”. Poi però subito dopo attacca duramente il pensiero del premier sulla Rai che “deve essere una cosa diversa da quella che lui propone, ovvero la Rai del maestro Manzi. Io penso che la Rai formativa sia cosa del passato. La tv deve avere un ruolo informativo e di intrattenimento. La Rai va consegnata al mercato preservando una piccola parte per il servizio pubblico. Non ci può essere un ‘Amici' privato e un ‘Ballando con le stelle' pubblico”.