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Il dietro macchina di Bernal con Belia sulle strade del Trasimeno. E ora il fans club

Franco Belia, Federico Rosati ed Egan Bernal

Nicola Uras
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“Ho capito subito che sarebbe diventato un mostro sacro”. Non usa troppi giri di parole Franco Belia, team manager e direttore sportivo della Forno Pioppi (all'epoca anche Secom), nel ricordare il primo approccio con Egan Bernal. Fu lui ad accompagnarlo nel primo allenamento umbro del colombiano, settembre 2015 (LEGGI QUI). Un dietro macchina con partenza da Corciano e passaggi a Solomeo, Piegaro, Moiano, Castiglione del Lago, Terontola, Tuoro, Passignano, San Vito, Castel Rigone e di nuovo Corciano, il classico giro attorno al Trasimeno. “A cena gli chiesi se gli fosse piaciuto il lago, mi rispose che aveva visto solo il paraurti della mia auto” racconta con il sorriso il dirigente factotum perugino. “A questo punto cercammo sul calendario una gara in cui potesse trovarsi a suo agio ed essendo un corridore di mtb, scegliemmo una corsa vicino Pisa che si chiama Sognando il Fiandre perché ha dei tratti di sterrato” spiega Paolo Alberati. “Partimmo io, Egan, Franco Belia e Federico Rosati, un corridore marscianese. Bernal era l'unico straniero iscritto, ci guardavano tutti in maniera strana. Ricordo che facemmo un sopralluogo e indicammo un punto preciso in cui scattare, pulendo lo sterrato. Bene, ci arrivarono da soli, Egan staccò Federico ma poi lo aspettò. Dopo però arrivò al traguardo da solo a braccia alzate: facemmo primo e secondo. Bernal aveva partecipato alla sua prima gara su strada e l'aveva vinta” è il racconto di Paolo. “Facemmo primo e secondo con una corsa d'attacco” aggiunge Franco. “Egan deve essere grato a Paolo e lo sa bene. È un bravo ragazzo, ci sentiamo ogni tanto... Credo possa dominare i prossimi dieci anni” analizza Belia che sa come plasmare giovani ciclisti (ha lanciato Federico Rosati ora alla Mastromarco, Andrea Alfio Bruno settimo ai recenti Giochi europei della gioventù a Baku, Giacomo Cassarà adesso in forza alla Palazzago) e spesso in collaborazione proprio con Alberati. “Insieme lavoriamo bene, ha contatti importanti in Sud America. Quello di Bernal è stata davvero una grande intuizione perché per i prossimi dieci anni dominerà” conclude Belia. E una volta che sarà terminata la stagione agonistica l'obiettivo è organizzare una grande festa con Bernal ad ottobre e allestire un fans club. Tutti pazzi del colombiano, anche in Umbria. servizio di Nicola Uras