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Quella che poi sui giornali sarà chiamata la Tangentopoli rossoverde scoppia un pomeriggio dell'ottobre del 1992 quando agenti della squadra mobile guidati dal dirigente Piero Angeloni irrompono nello studio di un avvocato in pieno centro, Eraldo Bordoni, di area socialista, proprio mentre un imprenditore gli consegna trenta milioni di lire, prima rata di una presunta tangente di 132 milioni richiestagli, questa la denuncia dell'imprenditore che fa scattare la trappola, per vedere agevolate delle autorizzazioni per una lottizzazione a Toano.
Con Bordoni finisce in carcere anche il segretario amministrativo del Psi Alberto Marsiliani e indagato l'assessore comunale all'Urbanistica Stefano Sciannameo, ex Psdi da poco passato al Garofano. L'Italia è sconvolta da Tangentopoli, l'epicentro è Milano dove nel febbraio del 1992 il pool Mani pulite ha arrestato l'ingegnere Mario Chiesa, ma le scosse arrivano dappertutto. A Terni il giovane magistrato che mette sotto scopa il sistema dei partiti si chiama Carlo Maria Zampi.
L'indagine e gli arresti per le presunte mazzette su Toano hanno l'effetto di una bomba. Dopo un dibattito aspro in consiglio comunale si dimette la giunta, retta da Pds, Psi e Pri, che ha come sindaco il socialista Mario Todini. Si arriva a una nuova giunta Pds - Psi, Todini è ancora sindaco, vice il pidiessino Franco Giustinelli. Le indagini di Zampi si allargano a tutta un'altra serie di questioni, sempre legate a presunte tangenti, e mandano in carcere Antonio Cassetta, socialista, ex presidente della Carit, imprenditore alimentare ed ex presidente dell'industria metalmeccanica pubblica Bosco. Per mesi l'indagine tocca solo esponenti del Psi, con altre manette per amministratori pubblici, tra cui l'assessore regionale ai Trasporti Giampaolo Fatale, e con arresti anche di imprenditori e professionisti a questo partito legati.
Il Pds, principale partito di governo della città, è fuori e anzi la sua ala sinistra capeggiata da Maurizio Benvenuti e Vincenzo Acciacca vorrebbe andare ad elezioni anticipate per spazzare via l'alleato. Il siluro che affossa definitivamente quella tormentata consiliatura viene lanciato dal giudice Zampi il 16 gennaio del 1993 quando gli uomini della mobile salgono fino a Madonna di Campiglio, dove è in settimana bianca, per arrestare il sindaco socialista Mario Todini in relazione all'inchiesta sulla costruzione del parcheggio interrato di largo Manni. La giunta e con esso il consiglio cadono qualche giorno dopo e si va ad elezioni anticipate. Il vento sembra gonfiare le vele del Pds, fin qui intatto dall'inchiesta, ma a febbraio del '93 le manette cominciano a scattare in via Mazzini, sede del Pci che ora è diventato il Pds.
Va in carcere Spartaco Capitali, lo storico segretario amministrativo del partito; in carcere finisce anche un architetto famoso. La presunta mazzetta stavolta riguarda un palazzo costruito in area Peep. Sempre per quella vicenda finisce in carcere anche Maurizio Benvenuti, assessore ai lavori pubblici con Porrazzini e vice sindaco nella prima giunta Todini. L'ultimo arresto eccellente in casa ex comunista è quello di Roberto Piermatti, ex segretario provinciale del Pci e al momento del provvedimento assessore regionale. Appare a tutti evidente, al di là delle singole verità processuali e responsabilità personali,
A cura di Giuseppe Magroni
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